Comunicato stampa: L’A*dS in difesa della professione delle traduttrici e dei traduttori

In quanto associazione di autori e traduttori, l'A*dS si batte in difesa dei diritti della categoria. In un contesto di crescente ricorso all'intelligenza artificiale (IA) nel campo della traduzione, la professione dei traduttori e delle traduttrici rischia di perdere gran parte del suo prestigio e del suo valore. L'associazione intende richiamare l'attenzione su questa criticità pubblicando una dichiarazione elaborata a seguito del 15° Simposio svizzero dei traduttori e delle traduttrici. L'A*dS ribadisce con fermezza: l'intelligenza artificiale non è un'alternativa al lavoro creativo umano.

Organizzato ogni anno dall'A*dS, il Simposio svizzero delle traduttrici e dei traduttori ha dedicato la sua quindicesima edizione, tenutasi nel dicembre scorso, al tema dell'automazione del processo traduttivo in ambito letterario. Per analizzare il fenomeno in Svizzera, un gruppo di progetto guidato dalla traduttrice Anita Rochedy ha condotto un ampio studio finanziato da Pro Helvetia.
Lo studio quantitativo ha preso in esame i traduttori attivi in Svizzera nel settore dell'editoria libraria, indipendentemente dalla loro affiliazione all'A*dS. Lo studio qualitativo ha visto all'opera un gruppo di cinque traduttori cui è stato affidato il compito di lavorare su un testo tradotto dalla «IA» seguendo istruzioni diverse (incluso l'utilizzo di DeepL come dizionario). Gli esiti dettagliati dello studio sono disponibili sul sito web di A*dS. Di seguito ne riportiamo la sintesi.
La revisione di un testo pre-tradotto dalla «IA» comporta, nella migliore delle ipotesi, un guadagno di tempo pari a zero, nella peggiore una perdita di tempo enorme. I vari esperimenti hanno anche dimostrato che la traduzione richiede capacità di riflessione e analisi nonché una sensibilità che le macchine ancora non possiedono.
La convinzione che la traduzione letteraria possa fare a meno della componente creativa e riflessiva umana non solo mette a repentaglio una professione, ma rischia anche di portare a un evidente impoverimento della lingua. Potrebbero così diventare accettabili testi di cui nessuno si assume la responsabilità; la dimensione sociale e la mediazione interpersonale, premesse su cui si fonda ogni traduzione, finirebbero per scomparire; verrebbe meno il confronto critico con i testi che leggiamo.
L'utilizzo della «IA» chiama in causa anche la questione del copyright. Le traduzioni generate dalla macchina esistono solo perché questa sfrutta il lavoro pregresso delle traduttrici e dei traduttori umani, e più precisamente: perché è alimentata da traduzioni umane, alcune delle quali protette da copyright. I testi e le traduzioni generate dalla macchina vanno dunque a collocarsi in una zona grigia della «creazione intellettuale» intesa in senso giuridico.
Per l'A*dS è chiaro: le traduzioni letterarie generate dalla «IA» non possono essere un'alternativa alle traduzioni frutto della creazione umana. A tutela della professione, l'A*dS chiede

  • totale trasparenza nell'uso dell'intelligenza artificiale nella traduzione; i testi pre-tradotti dalle macchine devono essere contrassegnati come tali;
  • obbligo di autorizzazione (cessione dei diritti) e partecipazione ai ricavi quando le traduzioni vengono utilizzate per addestrare programmi generativi;
  • una chiara politica normativa per regolamentare l'uso dell'intelligenza artificiale e la rinuncia a sovvenzionare le traduzioni generate dall'intelligenza artificiale.

Queste richieste sono rivolte alle istituzioni e a chiunque possa avere voce in capitolo in materia di diritto d'autore e della sua applicazione in Svizzera.
Il testo completo della dichiarazione e i materiali dello studio presentato nel corso del Simposio sono disponibili sul sito web dell'associazione.

 

[zurück]